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al testo di Marina Pacifici
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La voce lontana d’un ferroviere
lungo la linea di perde nel canto dei grilli a placare l’inquietudine delle sere. Il trionfo del verde nel bacio fugace delle ultime viole, scenario d’un malinconico addio senza parole. Lo sguardo scarlatto dei papaveri lungo le traversine macchiate di ruggine a dar un sorriso di luce alle nostre mattine nel giorno senza fine della solitudine. Lo sguardo desolato e spento del primo binario presagio del domani mesto e solitario. Il fischio del treno. Inesorabile la felicità con ali di fenice evanescente nel singulto del rimpianto partiva con Te nella folgore d’un baleno. |
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